La soppressione del Corpo Forestale, o meglio, il suo accorpamento con l’Arma dei Carabinieri e il problema della mancanza di organico nei Vigili del Fuoco. Ecco i risultati di una riforma sciagurata e della mala gestione di concorsi e scorrimenti di graduatorie.
I nodi vengono al pettine
Scorrere la pagina web del CONAPO, il sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, è un triste rosario di cifre, di denunce e di mancanze, di appelli ad assunzioni straordinarie. In questo 2017 di fuoco, la soppressione del Corpo della Forestale, o meglio, il suo accorpamento nell’Arma dei Carabinieri e i Vigili del Fuoco sotto organico, sta mostrando tutta la tragica malagestione di quelle che dovrebbero essere le maggiori risorse di un paese come il nostro. Certo, questo 2017, è particolarmente drammatico, ma non ci vuole un cervello particolarmente attivo per capire come Corpo Forestale dello Stato e Vigili del Fuoco siano due realtà che avrebbero dovuto essere considerate una priorità assoluta.
I nodi di una riforma, quella Madia, stanno venendo al pettine. E dimostrano come in una furia semplifcatoria, si siano trascurate le inevitabili complicazioni che ne sarebbero derivate. Una riforma spot, salutata e annunciata come una riorganizzazione che avrebbe portato risparmi e più efficienza, si sta dimostrando per quello che è: una assoluta mancanza di visione. Il problema dei Vigili del Fuoco e della mancanza di personale non è cosa di oggi: concorsi insufficienti, graduatorie che non scorrono e così via, si stanno aggiungendo alla questione dell’accorpamento del Corpo della Forestale nell’Arma dei Carabinieri.
Cambiare in peggio
La soppressione del Corpo Forestale, perché di questo si tratta in termini operativi, ha provocato la perdita di competenze specifiche e una sostanziale “scomparsa” della capacità di presidiare il territorio. I numeri possono aiutare a capire meglio. Gli uomini e le donne del Corpo Forestale erano, fino alla fine dello scorso anno, 8mila. Con la riforma, 360 sono stati distribuiti ai Vigili del Fuoco, ben 1240 alla Pubblica Amministrazione e 6400 ai Carabinieri. Ma questa ridistribuzione ha impattato, negativamente, sull’operatività. Basti pensare alla fondamentale figura dei DOS, ovverosia i Direttori Operativi Spegnimenti, cioè coloro che coordinavano i lavori proprio in casi di emergenza. Era questa una competenza specifica del Corpo della Forestale. Le ex guardie della forestale trasferite ai pompieri pensavano (giustamente) che tale incarico fosse riassegnato a loro in modo automatico. Invece no. Risultato? Si è perso del tempo per formare alcuni Vigili del Fuoco in questo particolare tipo di lavoro. Oltre a ciò, molti forestali sono stati praticamente demansionati.
Per non parlare degli elicotteri e dei protocolli di volo. Protocolli di volo che, tra quelli della Forestale e quelli dei Vigili del Fuoco, presentavano alcune differenze. Risultato? Altra perdita di tempo dovuta al fatto che molti piloti si sono trovati costretti a rivedere le procedure.
Secondo il CONAPO mancano ben 3314 VVFF e 2000 ex forestali. Fate un giro sulla pagina web di questo sindacato al link www.conapo.it per avere idea della situazione. Fonte Ilfattoquotidiano.it
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