Pubblicato in questi giorni il Rapporto 2012 della Marina Militare: la spending review impone una riorganizzazione senza perdere di efficienza. Per questo servirà personale sempre più agile e preparato in più ambiti
È uscito in questi giorni il Rapporto 2012 della Marina Militare che delinea come anche questo Corpo abbia dato vita a provvedimenti tesi a razionalizzare la sua struttura a migliorare la sua organizzazione, in base alle mutate condizioni economiche del paese. In parole più semplice queste riorganizzazioni si traducono in una Marina che dovrà, necessariamente, ridimensionarsi cercando di non compromettere la sua efficienza e professionalità.
Questa è un po’ l’ossatura del Rapporto 2012 della Marina Militare che, come al solito, oltre a tracciare un bilancio delle cose fatte, delinea anche una sorta di programma di intenzioni e programmi.
Il rapporto, che porta la firma dell’Ammiraglio Binelli Mantelli che, tra pochi giorni non sarà più il Capo di Stato Maggiore della Marina per divenire Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, non nasconde quanto cominciato nel corso del 2012: le cifre parlano di una riduzione dell’organico e della flotta purtroppo sostanziosi che si traducono con un inevitabile riorganizzazione, operativa e tecnica, volta a una necessaria snellezza. E ancora una volta sarà la professionalità e l’entusiasmo dei militari che sarà il fulcro del funzionamento. Entusiasmo però che dovrà trovare risposta anche a legittime esigenze economiche. Insomma una sfida impegnativa quella che spetta la nostra Marina Militare. Corpo che si dimostra, ancora una volta, consapevole di come la situazione economica si intrecci con una situazione geopolitica internazionale in continua evoluzione, che deve trovare la Marina sempre in grado di agire per il meglio.
Purtroppo, allo stato attuale, il Rapporto delinea quelle che saranno alcune linee di azione che prevedono, se la situazione non cambia, una riduzione progressiva dell’organico nei prossimi anni. Questo significherà anche ridistribuire i diversi ruoli e rimodulare gli arruolamenti. Questo significa che continueranno ad esserci i concorsi, sia pubblici sia interni, ma che saranno banditi tenendo presenti le necessità di una nuova organizzazione: meno persone magari, ma sempre più preparate. Gli arruolamenti dovranno quindi tenere conto di una professionalità che deve, per forza mutare, per poter affiancare una maggiore snellezza con qualifiche professionali e conoscenze tecniche che devono continuare ad essere al passo con i tempi.
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