Il problema del sovraffollamento delle carceri è qualcosa che riguarda sia i detenuti sia gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria. Carenze d'organico, suicidi anche tra poliziotti e una situazione che ha portato anche la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo a condannare l'Italia
Poliziotti e detenuti
La situazione incresciosa in cui versano le carceri italiane è qualcosa che ormai sa di allarme anche per gli operatori della Polizia Penitenziaria, circa 45000 persone che lavorano in condizioni di degrado strutturale e di condizioni generali. Dal 2000 ci sono stati circa cento suicidi tra i poliziotti, un numero che testimonia drammaticamente quali sono le difficoltà inascoltate in mezzo alle quali la Polizia Penitenziaria si trova ad operare.
Le responsabilità del Dap
I sindacati, da non poco tempo, chiamano in causa l’Amministrazione Penitenziaria, che non ha fatto abbastanza per rispondere ai molti motivi di disagio denunciati dai poliziotti. Condizioni lavorative stressanti, turni massacranti e mancanza di turn over e di forze nuove. Una situazione di stress non più tollerabile. Il Dap cerca di difendersi affermando che è impossibile mettere in relazione i suicidi dei poliziotti con le condizioni di lavoro all’interno delle carceri. Una affermazione che non ha mancato di suscitare, molte volte, le aspre critiche dei sindacati. In prima linea in questa denuncia il sindacato Sappe che sottolinea come manchino anche studi seri e ricerche attendibili su questo drammatico fenomeno.
Carenza di personale
Il problema della carenza di personale è forse uno dei più sentiti dagli operatori della Polizia Penitenziaria. Secondo alcuni dei dati più recenti la mancanza di personale è dell’8,9% che significa 3700 agenti in meno rispetto alle reali necessità. Numeri che si alzano ulteriormente se si passa a valutare le carenze nel settore degli assistenti sociali (35%) o degli educatori (27%). La situazione è resa ancora più paradossale se si pensa che moltissimi sono gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che non sono impiegati nelle carceri, come i 36 poliziotti che devono lavorare presso la Presidenza del Consiglio o i 149 che lavorano presso uffici giudiziari di Roma, solo per fare degli esempi.
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