Che cos'è il "regimo aperto" e cosa si intende con sorveglianza dinamica. Una circolare illustra quali cambiamenti si vogliono attuare nel regime penitenziario e come cambierà, per certi aspetti, il lavoro della polizia penitenziaria
Polizia Penitenziaria e regime aperto. Abbiamo voluto intitolare così questo post per sottolineare, ancora una volta, come il lavoro del poliziotto penitenziario sia non solo estremamente delicato ma anche costantemente in evoluzione.
Sensibilità e professionalità
Ai poliziotti penitenziari viene richiesta una professionalità estrema unita ad una sensibilità intrinseca al loro ruolo specifico. In questa ottica di un carcere che sia anche rieducativo e non solo punitivo va quello che viene chiamato “regime aperto”. È quello di cui parla Il capo del DAP, cioè il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dottor Tamburino quando sottolinea l’importanza dell’aver aperto le celle per otto ore in molte carceri. Questo regime è stato presentato in una circolare in cui viene spiegata l’importanza dell’elemento riabilitativo per i detenuti definiti di “bassa e media pericolosità”.
Attività ricreative e di lavoro
Tutto ciò nasce dalla necessità di incrementare questi spazi affinché aumentino le occasioni di attività lavorative, culturali e sportive. Significa davvero ribaltare la visione del carcere ma anche di diventare ancora più sensibili rispetto a quanto questo cambierà anche il lavoro dei poliziotti penitenziari. Di regime aperto si parla in una circolare, firmata dallo stesso Tamburino, chiamata “Linee guida sulla sorveglianza dinamica” in cui, citiamo testualmente, si parla di “un sistema più efficace per assicurare l’ordine all’interno degli istituti, senza ostacolare le attività trattamentali. Il modello di sorveglianza dinamica fonda i suoi presupposti su di un sistema che fa della conoscenza del detenuto il fulcro su cui deve poggiare qualsiasi tipo di intervento trattamentale o securitario adeguato”.
Il lavoro della polizia penitenziaria sarà sempre più essenziale
Chiaro che nell’ottica di questa nuova filosofia anche il ruolo del poliziotto penitenziario è destinato a cambiare, arricchendosi di nuova professionalità, nuove capacità organizzative. Questo tipo di “regime aperto” oltre a cambiamenti positivi per gli stessi detenuti deve arrivare anche a migliorare i compiti della polizia penitenziaria grazie ad una migliore gestione del tempo e a una più efficace prevenzione di situazioni problematiche.
Fonte grnet.it
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