Ne abbiamo letto da bambini nelle pagine dei libri di Salgari; ma la pirateria esiste anche oggi e mette a rischio le navi mercantili in alcune aree in particolare. La Marina Militare Italiana è coinvolta nel contrasto di questo pericoloso fenomeno
Sebbene il termine pirateria abbia un sapore quasi di antico designa, in realtà, un fenomeno purtroppo ancora molto vivo in alcune aree del mondo. Ricordiamo, tanto per dare una collocazione temporale al fenomeno, che anche i due fucilieri italiani di cui tanto si è parlato in questo periodo, sono stati arrestati dalle autorità indiane proprio durante lo svolgimento di una missione anti pirateria.
Con questo termine si intendeva, e ancora si intende, quell’insieme di attività predatorie a danno di navi mercantili e quindi a danno dei commerci e della libera circolazione delle merci. Niente di romantico quindi e proprio per questo anche la nostra Marina Militare è coinvolta (vedremo come) in una importante funzione di contrasto internazionale a questo fenomeno.
Fenomeno che, a causa della sua continua crescita, ha indotto l’International Maritime Bureau a dar vita, nel 1992, al Piracy Reporting Centre che, ubicato in Malesia costituisce un vero centro di investigazione che raccoglie ogni tipo di notizia relativa ad attacchi pirateschi oltre a dare assistenza ai marittimi. Le aree maggiormente coinvolte in questo fenomeno sono quelle internazionali davanti alla Somalia, quelle portuali del Bangladesh, quelle del Mar della Cina e dello Stretto di Malacca.
Dal punto di vista strettamente giuridico la pirateria è quell’insieme di azioni di violenza, di detenzione e di depredazione compiuti solitamente in zone che non sono soggette alla giurisdizione di nessuno stato e compiuti altresì per fini privati. Proprio per questa definizione ogni stato è legittimato ad intervenire per proteggere i traffici commerciali marittimi considerati una sorta di “bene comune”. La disciplina che regola la pirateria moderna è stabilita dalla Convenzione sull’Alto Mare di Ginevra del 1958 e ripresa dalla Convenzione sul Diritto del mare di Montego Bay del 1982. In Italia la pirateria è regolamentata e soggetta alle norme del Codice della Navigazione. Le navi italiane hanno anche l’obbligo di installare il sistema di allerta chiamato Ship Security Alert Sistem che trasmette uno specifico segnale di allarme captato dalla sala operativa del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.
La Marina Militare Italiana ha svolto e svolge tuttora un importante ruolo in quella Operazione Navale che è stata denominata “Atalanta” nata per contrastare un incredibile incremento degli atti di pirateria nell’area del Corno d’Africa. Tra il dicembre del 2009 e l’aprile del 2010 il Contrammiraglio Giovanni Gumiero, della nostra Marina Militare, ha assunto il comando di questo Gruppo Navale. La Marina Militare Italiana ha continuato la sua azione di contrasto alla pirateria anche con la nave Scirocco nell’ambito dell’Operazione Ocean Shield
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