Qual è la reale situazione delle donne in Polizia? Ce ne sono davvero a sufficienza o la situazione resta ancora migliorabile?
Dal 1960
È dal 1960 che le donne hanno fatto il loro ingresso nella Polizia di Stato; e lo hanno fatto (e continuano a farlo) con onore ricoprendo tantissimi ruoli; che vanno da quelli ordinari a quelli dirigenziali. Ve ne sono che dirigono alcune sezioni, altre nelle Squadre Mobili, analiste di laboratorio, medici ed esperte nella stesura di idnetikit. Da oltre 50 anni la Polizia di Stato si avvale di una professionalità che moltissimi ormai considerano un valore aggiunto.
Alcuni numeri
Dati ufficiali forniti dalla stessa Polizia di Stato dicono che una su cento arriva ad occupare un ruolo dirigenziale contro uno su centocinquanta nel caso degli uomini. Sul numero complessivo di donne in Polizia, oltre un terzo lavora in quattro specialità in particolare: Polizia di Frontiera, Polizia Stradale, Polizia Ferroviaria e Reparti Speciali. Le donne sono poi particolarmente presenti nei ruoli tecnico scientifici dove occupano circa il 30% del totale del personale.
Voci critiche
In realtà vi sono anche delle voci critiche che arrivano proprio dall’interno. Una di queste era quella di Elisabetta Branchesi, allora commissario e segretario regionale Silp Cgil Lazio. Secondo quanto da lei scritto in un bellissimo articolo pubblicato su Polizia e Democrazia dal titolo “La Polizia di Stato? Speriamo che sia femmina” il dato numerico è ancora troppo caratterizzato da una ancora alta disparità tra uomini e donne. La situazione, meno evidenti in effetti, per i ruoli dirigenziali, è molto più marcata nei ruoli iniziali: qui la percentuale complessiva è solo del 15% del totale. Parte della situazione, secondo la Branchesi, deriverebbe dalle nuove modalità per accedere ai ruoli iniziali di polizia: i concorsi riservati ai vfp1 rendono quasi inevitabile la presenza più massiccia di personale maschile. Infatti, con l’abolizione della leva obbligatoria e l’apertura del servizio militare alle donne, è vero che inizialmente si è visto un notevole interesse da parte delle ragazze; ma poi la situazione è un po’ cambiata. Invece quando ci sono stati concorsi pubblici, come alcuni per vice commissario, la percentuale di donne ammesse è arrivata al 40%.
Consigliamo la lettura di questo articolo interessantissimo, consultabile in rete con il titolo “Polizia di Stato? Speriamo che sia femmina” pubblicato sulla testata Polizia e Democrazia
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