L’Arma di Cavalleria e i Carristi
Arma di Cavalleria e carristi: cenni storici, iter di formazione e specialità
L’Arma di Cavalleria da sempre, in particolare dal medioevo, costituisce l’élite degli eserciti: ancora oggi essa è rappresentante di quei valori di nobiltà, potenza, di vigilanza ed estrema mobilità della Forza Armata.
Entrare a far parte della Cavalleria significa fare una scelta piena di coraggio e importante e dedicare la propria carriera militare ai mezzi blindati come i reparti della Cavalleria di Linea e quelli Carristi. Per diventare Ufficiale di Cavalleria si passa obbligatoriamente attraverso i percorsi formativi dell’Accademia Militare.
Dei Quadri non dirigenti dell’Arma di Cavalleria fanno parte i Marescialli: essi adempiono al ruolo di Comandanti di Plotone. Alternativamente possono essere di volta in volta investiti da incarichi specifici a seconda delle esigenze e delle particolari contingenze. L’ingresso in questa categoria avviene a mezzo concorso per Allievi Marescialli alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo.
A costituire la base dell’Arma sono invece i Volontari all’interno delle diverse categorie. E’ dunque possibile entrare nell’organico dell’Arma tramite arruolamento per Volontario in Ferma Prefissata.
Infine, per chi pensa di avere una predisposizione e passione per gli animali e, in particolare, per i cavalli, ha la possibilità di chiedere di diventare “Cavaliere Militare” del Reggimento “Lancieri di Montebello” per la pratica dell’addestramento a cavallo. Per chi suona uno strumento da banda, può anche inoltrare domanda per fare parte della fanfara a cavallo.
La specialità dei Carristi, interna all’Arma di cavalleria, ha una tradizione che risale a circa un secolo fa: verso la fine della Grande Guerra compare infatti una nuova Specialità all’interno della Fanteria: questa novità vedeva l’impiego di un mezzo da combattimento rivoluzionario, il carro armato appunto. Questo cambiamento ha una sua data ufficiale: il 1° settembre 1918 a Verona nasce infatti la Sezione Speciale Carri Armati che si chiamerà “Reparto Speciale di marcia carri d’assalto”.
Nel corso del tempo, da questo nucleo originario nasceranno il Centro Formazione Carri Armati e successivamente il Reggimento Carri Armati (1927). La Specialità è destinata ad una rapida evoluzione, dettata anche dall’esigenza di adattarsi alle nuove tecniche di guerra che richiedono mezzi sempre più efficaci e robusti per sostenere attacchi massicci. E fu così che il 15 settembre 1936 vedono la luce i primi quattro Reggimenti Fanteria Carrista (1°, 2° e successivamente 32°, 3° e 4°) che diventeranno cinque l’anno successivo e infine sei nel 1938.
Durante l’ultima guerra vengono create sette divisioni corazzate, entro cui saranno inglobati i nove reggimenti di fanteria carrista. Tuttavia sono molti quei battaglioni autonomi dotati di un equipaggiamento fatto di carri leggeri e di meda portata che operano nell’ambito delle grandi unità motorizzate.
Nella seconda metà del XX secolo vengono ricostituite due grandi divisioni in cui sono inquadrati i primi reggimenti carristi creati ex novo congiuntamente ai battaglioni all’interno dei reparti di fanteria corazzata.
Il decreto Ministeriale del 1° giugno 1999 ha inquadrato i carristi come specialità dell’Arma di Cavalleria.
Attualmente i reggimenti sono 6 e la festa cade il 1° ottobre in memoria della creazione della Specialità nel 1927.
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Mariantonietta -
Mi piacerebbe entrare nell’organico dell’Arma tramite arruolamento per Volontario in Ferma Prefissata quali sono le procedure?