La comunicazione non è solo aziendale. Anche la comunicazione militare deve cambiare, diventando più efficace, dinamica e fruibile. Per questo è nata una direttiva ministeriale appositamente dedicata all'argomento. Cosa si prefigge e perché.
Tutto il settore militare ha subito, e continua a subire, trasformazioni e riorganizzazioni. Un settore sempre più importante, anche per le Forze Armate, è proprio quello della comunicazione che, essenziali in molti altri settori, vuole diventarlo sempre più anche in questo ambito. Per questo motivo, il 15 luglio scorso, (come riportato anche da grnet.it) il Ministero ha dato vita ad una nuova direttiva che stabilisce alcune linee guida della comunicazione militare: coerenza, trasparenza, credibilità e tempestività. E a questi principi e parole chiave dovranno attenersi i responsabili alla comunicazione nei loro rapporti con la stampa e non solo solo.
La direttiva, frutto di un lavoro congiunto tra giornalisti e esperti di comunicazione di diversi settori, nasce dall’esigenza non più rimandabile, di trovare un modo nuovo ed efficace di gestire la comunicazione in un periodo mai così complesso sia dal punto di vista economico sia geo-strategico. Questo difficile quadro globale richiede quindi una sempre più complessa condivisione di azioni operative tra le varie difese e, proprio per questo, una più moderna capacità comunicativa delle azioni stesse.
Per quanto riguarda l’Italia nello specifico, è evidente che questa comunicazione dovrà imparare anche a gestire, proprio a livello di condivisione di messaggi, decisioni governative non sempre facili sia da comunicare sia da rendere trasparenti e credibili. E a dire il vero le nostre Forze Armate già da un po’ hanno tentato di potenziare la loro comunicazione soprattutto per quanto riguarda la spiegazione e la divulgazione delle diverse operazioni all’estero. Per questo è sempre più necessario trovare sinergie e strategie comunicative efficaci insieme ai media.
Questa direttiva è stata messa in campo in via sperimentale e nei prossimi sei mesi se ne valuterà l’efficacia a livello di comunicazione. Si tratta di un argomento decisamente delicato e importante anche per far capire all’opinione pubblica che il concetto di sicurezza e difesa è qualcosa che riguarda tutti. E forse una nuova comunicazione, chissà, potrebbe anche rendere consapevoli tutti (politici inclusi) che tagli indiscriminati al settore dovrebbero essere rivisti, ridiscussi e valutati in un’ottica diversa: un’ottica che consideri il comparto difesa come qualcosa di essenziale non solo a livello nazionale ma anche in un ottica europea.
E visto i tempi, uno dei canali comunicativi che si vogliono privilegiare saranno soprattutto i social network. Le cose cambiano e anche le modalità e la velocità con cui le notizie si diffondono. Per questo motivo anche la comunicazione militare deve, per forza di cose, integrarsi con questi “new media” per rendere sempre più fruibili e condivisibili i diversi contenuti della comunicazione.
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