Mentre le forze di Polizia si vedono costrette a lavorare in condizioni sempre più insostenibili, la Funzione Pubblica convoca, senza concertazione, i sindacati per parlare di ulteriore rialzo dell'età pensionistica
Se pensate che in estate non succeda nulla nella contesa tra Funzione Pubblica e Forze dell’Ordine vi sbagliate. È infatti di pochi giorni fa un incontro tra Funzione Pubblica e organizzazioni sindacali che ha scontentato proprio tutti i sindacati presenti, SIULP; SAP; UGL; CONSAP e SAPPE. Una nota congiunta di queste sigle ha messo in luce come questa convocazione rischiasse di essere l’ennesima beffa. Poteva infatti essere un modo surrettizio per dare via a quello che era stato chiamato decreto di armonizzazione pensionistica.
Un decreto simile a quello a firma Fornero e, a suo tempo ritirato. I sindacati minacciano azioni di protesta se le cose non cambieranno. Mentre per la Funzione Pubblica sembra che la priorità sia innalzare l’età pensionistica dei poliziotti a 67 anni, i sindacati insistono nel far presente le condizioni in cui uomini e donne della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria lavorano.
Molti sono i motivi di disagio: oltre ad un’età pensionistica già ora a 62 anni, ci sono i doppi turni, straordinari ancora non pagati, taglio alle risorse che si traducono in mancanza di macchine, benzina, giubbotti antiproiettile e molto altro. I sindacati si chiedono cosa altro si può pretendere da chi (come i poliziotti penitenziari) dopo turni di diciotto ore non può neanche dormire in carcere senza spendere sette euro. Questo si chiede a chi serve lo Stato per stipendi di 1300 euro al mese.
Senza contare che non vengono retribuite neanche le uscita per effettuare arresti o traduzioni in carcere. Per questo i sindacati sono sul piede di guerra affinché la Funzione Pubblica prima di pensare ad un ulteriore innalzamento dell’età pensionistica pensi a come risolvere il problema del tetto salariale o del rinnovo contrattuale o, soprattutto, quello del necessario turn over.
Articoli Correlati