Sempre più insostenbile, secondo il SIULP, la condizione dei Centri di identificazione degli immigrati: condizione lesiva sia per la dignità di questi sia per quella dei poliziotti che vi lavorano
La visita del Papa al Centro di Accoglienza di Lampedusa ha riportato all’attenzione il drammatico problema di queste strutture. Drammaticità che riguarda sia gli immigrati sia i poliziotti che in queste strutture prestano servizio. Ancora una volta è il SIULP a porre l’attenzione su una situazione che rischia in ogni momento di diventare esplosiva. Dopo gli incidenti verificatisi a Catania e a Crotone, anche i Centri di Identificazione ed Espulsione di Modena e di Pian del Lago sono stati al centro di episodi di violenza.
Felice Romano, segretario generale del SIULP non ha esitato a definire questi centri come delle vere e proprie bombe ad orologeria. Tra le criticità individuate dal sinadacto di Polizia vi è la questione legata al periodo di trattenimento che arriva fino a 18 mesi. Per il sindacato questo perioso, oltre che oneroso dal punto di vista economico, è lesivo della dignità degli stessi immigrati e rischioso per l’integrità fisica degli stessi poliziotti.
Secondo il sindacato immigrazione e polizia sono un argomento delicato da trattare con alcuni provvedimenti legislativi volti a ridurre questi tempi di permanenza con l’adozione di criteri e procedure più rapide e dignitose per eseguire i diversi procedimenti di identificazione.
I poliziotti sono regolarmente coinvolti in episodi di violenza (fisiologici viste le condizioni in cui vivono gli immigrati) con conseguente rischio per la loro incolumità fisica manche per la loro dignità di servitori dello stato. Sono dure le parole del sindacato che definisce questi luoghi come veri e propri lager. Un altro problema per gli uomini delle forze dell’ordine che anche su questo fronte, come su quello delle carceri, vivono e lavorano ormai in condizioni difficilissime.
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