Sembra davvero non avere fine la vicenda dei nostri due fucilieri, accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati. Una vicenda con tanti punti oscuri e a cui, per ora, la nostra diplomazia ha risposto rimandando in India i nostri due militari. Cosa accadrà ora?
Una storia senza fine, qualcosa che non si sa se definire una farsa o una tragedia. L’unica cosa certa è che ai due fucilieri della Marina Militare, questa gestione politica del loro caso rischia di compromettere la cosa più importante per un militare: l’onore. Dopo una serie di azioni della nostra diplomazia oggi Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono rientrati in India. Questo è quanto stabilito da una riunione del Cisr, cioè il Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica. I due marò, tornati a casa per le elezioni, sembrava non dovessero più tornare in India ma la situazione non si è dimostrata così semplice. Le autorità indiane, per ritorsione, avevano praticamente messo sotto sequestro il nostro ambasciatore in India e la situazione rischiava di diventare esplosiva. Così, per una diplomazia che a detta di molti ha commesso molte leggerezze, i nostri ragazzi devono tornare in india.
Il Cisr (e sembra quasi assurdo) assicura di avere preso questa decisione dopo aver avuto ampie garanzie dal governo indiano riguardo la tutela dei diritti fondamentali dei nostri due militari. Tradotto in parole povere significa che, seppur giudicati dalla legge indiana, le nostre autorità hanno avuto garanzie che ai due marò non verrà applicata la pena di morte. Ma come sono tutelati, in realtà, i nostri militari? E i due fucilieri non hanno potuto che accettare questa decisione. Un’altra garanzia che pare sia stata data è quella di poter stare presso l’ambasciata italiana. Un tira e molla vergognoso che sembra proiettare ombre ambigue su tutta questa storia.
La cosa che amareggia e che ha suscitato molte critiche è il fatto che sul piatto della bilancia siano state messe, da una parte la dignità dei due marò e dall’altra anche gli enormi interessi commerciali che il nostro paese ha con l’India. In ogni caso una situazione pasticciata in cui l’Italia esce non certo a schiena dritta. Adesso, per giustificare questo sviluppo della vicenda, il governo italiano sostiene di non avere mai avuto l’intenzione di non far rientrare mai più i due marò in India ma di avere semplicemente sospeso il loro rientro in attesa di avere precise garanzie. Il Presidente Napolitano non ha potuto che riconoscere la serietà e la dignità dei nostri due militari che, in quanto tali, hanno fatto quello che fa un militare: obbedire. La speranza, ora, è che grazie ad un arbitrato internazionale i nostri due militari possano essere processati in Italia.
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