Dopo tre anni il concorsone per 300 vigili urbani finisce al TAR. Vediamo cosa è successo
Troppe irregolarità
La vicenda del concorsone per 300 vigili urbani finisce al TAR perché troppo cose non erano chiare: fogli riconoscibili, voti cambiati, schede scomparse, due commissioni che si dimettono e risultati totalmente cambiati dopo tre anni. Tutta questa brutta storia legata al concorsone per 300 vigili urbani (indetto a Roma nel 2012) finisce al TAR grazie al ricorso fatto da 500 partecipanti. Tali candidati erano passati alla prima selezione ma erano stati esclusi dalla seconda. La richiesta di coloro che hanno fatto ricorso è che la nuova amministrazione capitolina chiami una nuova commissione esaminatrice o, in secondo ordine, che dia agli esclusi la possibilità di sostenere la prova orale con riserva. Tutto nasce da una constatazione numerica; in prima battuta la prima commissione esaminatrice aveva promosso 2262 concorsisti e bocciato 408. Ma cosa accade? Che il risultato nuovo, pubblicato da Roma Capitale lo scorso 15 giugno vedeva una curiosa quanto sospetta inversione di cifre esattamente speculare e cioé 408 promossi e 2263 bocciati.
I fatti
Andiamo con ordine. Il giorno 26 luglio 2012, dopo la prova preselettiva, viene nominata la commissione esaminatrice. C’è la prova scritta composta da 15 domande con 4 possibili risposte. L’ammissione alla prova orale era subordinata ad una votazione di almeno 7/10 nella prova scritta. La prova scritta viene fatta il 12 dicembre 2012 e siccome l’archivio delle domande era stato pubblicato 10 giorni prima della prova creava le condizioni perché tutti i 2671 partecipanti rispondessero correttamente. Comunque 2263 vengono ritenuti idonei e 408 non idonei.
Ma nel 2013 il Comune di Roma pubblica un annuncio per comunicare che deve essere nominata una nuova commissione esaminatrice che però subisce alcuni stop ancora prima di cominciare a causa di alcune dimissioni dei presidenti. Il 25 marzo 2014 viene nominato un nuovo presidente e la commissione inizia i lavori. Però, secondo gli avvocati di coloro che hanno fatto ricorso, vengono compiute scelte che impediscono (attraverso l’uso della numerazione valutativa della precedente commissione) l’anonimato dei plichi contenenti gli scritti. Inoltre sarebbero sparite le schede di valutazione dei 2671 elaborati coretti dalla prima commissione esaminatrice. Continua l’inchiesta e non si scarta l’ipotesi che il Comune di Roma possa annullare tutto.
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