Ruolo delicato, estremamente operativo, che richiede ottima preparazione tecnica ma anche culturale. Come si accede e qual è l'iter formativo?
La figura del Commissario ci è diventata familiare grazie a libri e film che ne hanno reso popolare il lavoro e il ruolo. Ma la di là dell’aspetto romantico quello del Commissario è un ruolo delicatissimo e fondamentale per l’operatività della Polizia di Stato. Ma vediamo alcune cose. Cos’è il ruolo di commissario, come si accede e quali requisiti sono richiesti. Innanzi tutto dobbiamo dire che a questo ruolo si può accedere tramite concorso per esami; concorso a cui possono partecipare uomini e donne che rispondano ad alcuni requisiti come quello di essere cittadini italiani e di avere un’età non superiore ai 32 anni. Una cosa importante da dire al proposito è che questo limite di età non vale per chi sia agente, assistente e sovrintendente con almeno tre anni di servizio. Esentati da questo limite di età sono anche gli ispettori.
Per quanto riguarda i titoli di studio richiesti, vista la delicatezza del ruolo, è necessario avere una laurea in legge o in scienze politiche o in ambiti che siano equiparati a questi. Altri titoli di studio adatti alla partecipazione a questo concorso sono le lauree specialistiche sempre in ambito giuridico-economico oltre alle lauree magistrali in legge, scienze delle pubbliche amministrazioni, scienze economiche, scienze politiche e scienze economico-aziendali. Nei bandi di concorso sono comunque specificate nei dettagli le le tipologie di titoli di studio richiesti.
Per il ruolo di commissario, come per gli altri, devono poi essere rispettati altri requisiti che vanno da quello, ovvio, di non avere avuto condanne a quello, importante, di essere a posto con gli obblighi di leva per coloro i quali fossero nati entro il 1985. Il concorso è inibito a coloro i quali fossero stati espulsi dalla pubblica amministrazione o da altre Forze Armate qualora ne facessero parte.
Le prove di ammissione tengono conto anche del numero di domande che vengono inviate per partecipare al concorso. Se superano un certo numero diventa necessario fare una prova di selezione che ridurrà il numero di candidati idonei a partecipare alle successive prove scritte. Queste prove hanno carattere di questionario con domande a risposta multipla che riguardano diverse materie e sono divise per difficoltà. Grado di difficoltà che servirà ovviamente a determinare il punteggio finale.
Prima della prova scritta, coloro i quali hanno superato queste prove, dovranno superare alcuni test atti a determinare le doti fisiche, psichiche e attitudinali. Si giunge così alle prove scritte che riguardano materie come il diritto costituzionale e il diritto penale. Queste due materie costituiscono oggetto d’esame anche per la prova orale, a cui si aggiungono materie come diritto del lavoro, ordinamento amministrativo della Pubblica Sicurezza, lingua straniera e informatica. Queste due ultime materie stanno acquisendo sempre più importanza per la continua evoluzione del ruolo di commissario e per le competenze sempre maggiori che vengono richieste per questo lavoro.
Le prove del concorso costituiscono solo il primo passo di un percorso formativo serio, complesso e molto impegnativo. Infatti chi supera il concorso dovrà frequentare un biennio formativo alla Scuola Superiore di Polizia che prevede anche una fase pratico-operativa all’interno di diverse strutture e organi della Polizia. Superata anche questa fase estremamente strutturata coloro i quali sono ritenuti idonei conseguono l’agognato ruolo di Commissario Capo.
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Cecilia -
Con la laurea in scienze giuridiche posso accedere al concorso di commissario?