Lavorare presso le Capitanerie di Porto non significa solo operare in mare: fondamentale è anche l'attività di tutela ambientale
Non solo sicurezza della navigazione e salvaguardia della vita di chi va per mare. Gli ambiti di intervento delle Capitanerie di Porto riguardano anche un altro aspetto, in fondo sempre legato alla vita del mare, e cioè la difesa dell’ambiente. Attività questa che nel corso degli ultimi anni non si è solo perfezionata ma è anche diventata una delle più importanti svolte dagli uomini della Guardia Costiera.
Le Capitanerie di Porto svolgono questa delicata funzione in base ad alcune leggi che regolamentano le aree marine protette e in base a quelle che si occupano della “repressione dei traffici illeciti e degli smaltimenti illegali dei rifiuti. In questo specifico caso, gli uomini e le donne delle Capitanerie hanno poteri non solo di ispezione ma anche di polizia. E con le migliaia di chilometri di coste che circondano il nostro paese è facile immaginare quanto questo lavoro sia importante.
Tutto ciò è reso possibile da una intensa attività di monitoraggio che le Capitanerie effettuano attraverso le ispezioni messe in atto su navi nazionali e molte navi straniere. In questo caso specifico si tratta anche di analizzare in maniera tecnica quelle sostanze che derivano dalle specifiche attività delle navi e che, spesso, possono rappresentare un vero pericolo ambientale: parliamo, per esempio delle acqua di lavaggio delle cisterne. Un lavoro che si compone di una lunga e articolata filiera di controllo che coinvolgono, non solo le navi nello specifico, ma anche alcuni standard lavorativi sia del vettore e delle strutture da cui parte, sia i luoghi in cui le materie trasportate vengono trattate se fanno parte del demanio marittimo.
Tutto ciò si traduce in un lavoro che il controllo parta dalla terra, come quando si tratta di tenere sotto monitoraggio gli impianti che a terra si trovano: e tra questi sono inclusi anche gli stabilimenti balneari e le loro attività che possono impattare con la salute delle acque. Siamo qui nel delicato, e spesso criminoso, ambito dello smaltimento dei rifiuti. Sempre restando a terra la tutela ambientale di cui si occupano le Capitanerie riguarda anche gli eventuali abusi edilizi che rappresentano un problema, non solo estetico, ma con ricadute ambientali la dove non vengono rispettate specifiche norme; è facile intuire che là dove c’è un abuso edilizio vi è anche una mancata applicazione delle norme di tutela del suolo e delle acque.
E non finisce qui: le Capitanerie di Porto sono preposte anche al controllo della pesca, vale adire tutta la catena di questa attività che comprende a il controllo relativo alle aree di pesca ma anche gli accertamenti sui metodi usati, sulle specie pescate e sulle condizioni igienico sanitarie dei pescherecci. Il Ministero delle Politiche Agricole ha istituito proprio un Reparto Pesca Marittima che coordina questa attività.
Ed è proprio nell’ambito della tutela ambientale che, pochi giorni fa, la Capitaneria di Porto di Napoli ha sequestrato due aziende casertane implicate in crimini legati a discariche abusive con conseguente contaminazione delle falde acquifere a cui si aggiunge la gestione illegale dei rifiuti. Le aziende, che lavoravano nel settore zootecnico, sono state denunciate dopo una complessa operazione che ha visto impegnati più di venti uomini della Guardia Costiera insieme agli agenti del Commissariato di Castel Volturno. Questa importantissima azione è stata resa possibile anche da una tecnica investigativa di telerilevamento aereo.
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alessandro -
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