Non c'è bisogno di scomodare Pasolini, che già parlava di proletari in divisa, per capire quale situazione si stia creando anche all'interno delle nostre Forze Armate. E una nota del Cocer Carabinieri mette in luce come le forze dell'ordine siano sempre più vicine alla gente
Vogliamo segnalare una notizia, riportata dalla testata on line Grnet.it, perché ci sembra davvero indicativa di una situazione quanto mai critica e, per certi aspetti, al limite dell’esplosivo in termini sociali. Quando un sindacato di una Forza Armata arriva a divulgare una nota in cui si evidenzia solidarietà piena nei confronti dei cittadini sempre più stanchi e rimessa in discussione di alcuni dei compiti che i militari sono chiamati a svolgere, significa che davvero bisogna iniziare a farsi qualche domanda. Ma andiamo con ordine.
La nota del Cocer dei Carabinieri parte dall’analisi dei recenti fatti di cronaca che hanno visto (e continuano a vedere) uomini e donne che si suicidano a causa di situazioni economiche non più sostenibili. La nota mette in relazione questi fatti con l’indifferenza di una classe politica che, a quaranta giorni dalle elezioni, ancora non ha fatto un governo, le commissioni parlamentari e si dibatte nel più colpevole immobilismo. La nota continua con la constatazione di come quella stessa classe politica sia quella che ha determinato la rabbia dei cittadini; quella rabbia che, spesso, viene scaricata sulle forze dell’ordine che si trovano a dover difendere i rappresentanti delle istituzioni nelle più disparate occasioni.
E qui arriva, secondo noi, la parte più interessante della nota divulgata dal Cocer, la parte che dovrebbe più far riflettere. Il documento cita testualmente “Uomini in divisa che, pur mantenendo fede ai loro compiti, non si sentono, tuttavia, di condannare quel popolo che li insulta perché li identifica come l’interfaccia di uno stato cinico e predatore, quello stesso stato che da sempre manifesta la sua “riconoscenza” per l’opera svolta dalle Forze Armate e di Polizia con continui tagli e penalizzazioni”
Non siamo sociologi e neanche esperti di politica; però questa nota ci è parsa molto importante perché mette in luce, non solo il profondo disagio degli uomini delle donne delle Forze Armate e di Polizia, ma anche la difficoltà crescente di questi uomini e di queste donne nel mantenere l’ordine quando questo significa dover entrare in contrasto con la popolazione. Popolazione verso la quale gli uomini e le donne in divisa si sentono sempre più solidali e vicini, accomunati dallo stesso senso di sfiducia e rabbia. Noi pensiamo che tutto ciò possa avere delle ripercussioni che, a quanto pare, la nostra classe politica non sta valutando con la giusta attenzione.
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