Dal 1976 la Polizia di Stato ha un proprio organico di artificieri: professionisti specializzati nel riconoscimento e nel disinnesco degli ordigni esplosivi. Selezioni severe e un continuo aggiornamento mettono questi uomini in grado di utilizzare apparecchiature sofisticatissime.
Una delle specialità più delicate quella degli artificieri, il cui compito è quello, non privo di rischi, di bonificare, disinnescare e rimuovere ordigni. La loro formazione deve, per loro natura, essere continua e costante, affinché gli artificieri siano sempre aggiornati sulle tecniche più moderne e all”avanguardia e sull’uso di una strumentazione in continua evoluzione. Questi veri e propri specialisti passano attraverso una selezione che, oltre a valutarne le capacità fisica, ne inquadra in particolare l’equilibrio psicologico: qualità essenziale per affrontare un lavoro come il loro.
Gli artificieri sono un organico della Polizia dal 1976, e hanno diverse funzioni tra cui, come dicevamo, quella di disattivare gli esplosivi e di collaborare con le indagini qualora l’intervento sia successivo all’esplosione; in quel caso le loro conoscenze tecniche sono indispensabili per rilevare tracce. Ma il loro lavoro è anche quello di prevenire e collaborare a reprimere tutti quegli atti criminosi portati a termine con gli esplosivi e altre armi. Gli artificieri hanno anche la responsabilità di dare istruzioni tecniche al personale della Polizia per addestrarlo alla prevenzione e tutela personale.
Dal punto di vista tecnico gli artificieri svolgono il loro lavoro con apparecchiature piuttosto sofisticate che, unitamente alla preparazione degli uomini, devono rendere il più sicuro possibile il lavoro. Le attrezzature utilizzate sono uguali a quelle di altri organi di Polizia, motivo per cui la collaborazione e lo scambio di informazioni tecniche è costante e continuo.
Al corso di artificiere può accedere, su base volontaria, il personale con ruolo esecutivo e che sia in servizio da almeno cinque anni. La selezione, durissima e severa, si svolge con accertamenti psicofisici particolari, visto il tipo di lavoro svolto; dopo di che i selezionati frequentano il corso di formazione. Questo percorso formativo vede coinvolti gli artificieri in due filoni principali che prevedono, oltre al corso vero e proprio, una continua frequenza a stage e corsi specialistici multidisciplinari, spesso anche all’estero.
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